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Come noto, da 8 mesi (dal 7 di ottobre 2023) la guerra sta causando una situazione terribile in Israele. Le squadre di soccorso del Magen David Adom lavorano senza sosta soccorrendo i feriti, presidiando i centri abitati in tutta la regione settentrionale e meridionale e rispondendo alle sfide sia di sicurezza che mediche poste dalla guerra. La loro dedizione è ammirevole.

 

In una recentissima intervista rilasciata al Jerusalem Post, Uri Shacham, Capo dell'ufficio del Direttore Generale del Magen David Adom, ha dichiarato che ciò che ha reso possibile al MDA di reagire prontamente "alla più grande tragedia che Israele abbia mai fronteggiato dalla sua nascita" è la sua preparazione agli scenari più diversi e a catastrofi di grandi dimensioni.

 

I protocolli di risposta all'emergenza sono stati messi a punto da MDA nell'arco di 94 anni di sfide, e perfezionati fino a costituire una efficientissima base presa a modello da molti paesi nel mondo, e continuamente migliorata alla luce delle esperienze vissute.

 

In quella tragica mattina del 7 ottobre, nessuno aveva idea di cosa sarebbe successo, dice Shacham. Ma poiché tutte le chiamate di emergenza confluiscono al MDA, il team manageriale si è reso conto in pochi minuti della tragedia che si stava dispiegando, e ha preso decisioni che si sono rivelate cruciali nel contenere i danni. L'intera flotta di 1400 ambulanze è stata mobilitata immediatamente, così come i 30 mila volontari.

 

Oggi, il 7 giugno 2024, il MDA compie ufficialmente 94 anni. Nel tempo l'organizzazione si è ampliata, da un piccolo nucleo, fino a diventare un servizio di emergenza nazionale d'eccellenza, impegnato come membro della Croce Rossa Internazionale anche in missioni umanitarie nel mondo.

 

Il segreto di una vitalità prorompente a dispetto dell'età? Alcuni punti fondamentali: la motivazione a salvare la vita umana ad ogni costo, gli ideali di uguaglianza, la formazione continua, gli standard altissimi, l'obiettivo di eccellere e la priorità data ad essere sempre pronti. Da sempre, e in particolare dal 7 di ottobre, "diamo speranza agli israeliani" dice Shacham.

 

Tanti auguri Magen David Adom e che tutti noi si possa presto assistere al ritorno della pace.

 

 

Per leggere l'articolo del Jerusalem Post, questo il link:

 

 

Una tecnica trasfusionale innovativa permette di salvare più feriti sul campo di battaglia


Una procedura inventata dagli Stati Uniti e rimasta lì a livello sperimentale per molto tempo, è stata studiata a fondo nei laboratori della Banca del Sangue del Magen David Adom e inclusa nel primo soccorso portato al fronte, per salvare la vita dei soldati feriti gravemente che rischiano in pochi minuti la morte per dissanguamento.

 

Si tratta della somministrazione di una dose (500 ml) di sangue di tipo zero, intero (non frazionato nei suoi componenti principali), che oggi fa parte sia dell'equipaggiamento del primo soccorso sul campo (in genere piccole auto mediche) sia di quello aereo. In entrambi i casi questi mezzi sono predisposti allo stoccaggio in frigoriferi speciali e il successivo riscaldamento in un'altra apparecchiatura medica in cui il sangue torna alla temperatura corporea senza rovinarsi.

 

Finora, nessuno aveva adottato questa tecnica a livello mondiale, ma dallo scoppio della guerra in Israele lo scorso 7 ottobre, si è reso necessario provare ad applicarla, con grandi risultati. I soldati deceduti al fronte sono scesi al 7% dei feriti, percentuale al minimo storico e rassicurante sulla efficacia del procedimento (di cui abbiamo parlato nella news del 28 aprile)

 

In un bell'articolo apparso su The Times of Israel, la Prof. Eilat Shinar, Direttrice del Centro Servizi Trasfusionali della Banca del Sangue, illustra come sia più efficace e anche più semplice somministrare questa dose invece che continuare come si faceva prima, iniettando al ferito piastrine, globuli rossi e infine plasma in trasfusioni successive. È più semplice ed anche più veloce.

 

La salvezza dei soldati e dei civili dipende infatti anche da un altro fattore, cioè con quanta rapidità arriva il soccorso giusto ed efficace. La rapidità dell'intervento è cruciale in caso di perdite ematiche abbondanti.


È per questo che MDA addestra al primo soccorso sempre più persone e predispone veicoli leggeri perfettamente equipaggiati che vengono dislocati in centri abitati ad alto rischio di terrorismo. È provato che dove la popolazione ha nozioni di primo soccorso, la possibilità di salvare la vita aumenta molto.

 

 

Di seguito i link all'articolo della testata e alla nostra news sull'argomento.

 



Aggiornamento: 6 giu 2024


Lunedì 3 giugno, a Ramle, nel cuore d’Israele, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione di alcuni dei mezzi di soccorso donati dagli Amici del Magen David Adom Italia. In particolare della Kia Picanto donata dalla Comunità ebraica Mashad del Noam di Milano. Erano presenti il Presidente dell’Ass. Amici di MDA Italia Dott. Sami Sisa, Yonatan Yagodovsky e Ilan Klein del MDA Israele e rappresentanti della comunità persiana tra cui il Presidente uscente Davide Nassimiha.


Nella rassicurante cornice data dall’imponente edificio della Banca del Sangue, The Marcus National Blood Services Center, il Dott. Sisa ha ringraziato i donatori italiani per aver dato fiducia all’associazione e per “i doni che sono stati tutti di trasformati in qualcosa di importante per lo Stato di Israele, soprattutto in questo momento”. Infatti, AMDA ha avuto la possibilità di acquistare nuovi mezzi di soccorso che vanno ad accrescere la flotta esistente e a sostituire i mezzi volontariamente danneggiati dal fuoco dei terroristi.

All’indomani del 7 ottobre scorso e del successivo scoppio della guerra, i sostenitori del Magen David Adom e d’Israele hanno risposto con grande rapidità e generosità all’appello a sostenere lo sforzo del MDA nel salvare la vita alle migliaia di vittime, civili e militari, di ogni età, etnia e religione.


Abbiamo portato in Israele un’ambulanza di tipo Mercedes 4x4, adatta ad arrivare in luoghi impervi, e blindata, cioè anti-proiettile, in modo da poter transitare anche al confine, sotto il fuoco nemico; un’auto medica, Kia Picanto, inaugurata proprio lunedì, donata dalla Comunità del Noam di Milano e destinata al progetto Community First Response Vehicle, che prevede la dislocazione del mezzo in una comunità mashadnik; 2 moto mediche, una delle quali in ricordo di Shani Lauk z’’l, uccisa quasi subito dai terroristi.

“Dobbiamo a tutti questi ostaggi e queste vittime un ricordo perenne” dice commosso il Dott. Sisa. “Ricordarci di loro li farà almeno non morire nella memoria”. L’altra moto è in ricordo di Rafael Haim Azra ben Rubina z’’l, donata dal fratello.

Sono diventati operativi una seconda auto medica, donata in onore della Senatrice a vita Liliana Segre e l’ambulanza donata dalla Comunità di Verona, che avranno una inaugurazione a parte a breve. “Finalmente possiamo essere davvero felici per tutte le donazioni e l’amicizia che ci avete dato. E soprattutto per la incredibile fiducia che avete avuto in noi, che abbiamo trasformato in mezzi che aiuteranno lo Stato di Israele a salvare più vite.”

L’inaugurazione è vicina al “compleanno” del MDA, che fu istituito ufficialmente il 7 giugno 1930. Novantaquattro anni e una vitalità straordinaria, “festeggiati” con doni che arrivano da tutto il mondo e accompagnati da preghiere che si vedano presto giorni migliori e “che tutto questo diventi un luogo di pace, di ricerca, e che lo Stato di Israele torni finalmente in pace”.




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