Il Primo Soccorso degli Amici del Magen David Adom arriva a Firenze!
Salvare la vita delle persone, senza distinzione alcuna, è una priorità che noi Amici del Magen David Adom Italia prendiamo molto sul serio. È per questo che ogni anno organizziamo dei corsi di primo soccorso per adulti e bambini, volti a insegnare conoscenze che riteniamo dovrebbero essere bagaglio di tutti i cittadini. E, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, sono soprattutto i bambini e i giovani in genere che, in caso di necessità, riescono a mantenere una lucidità maggiore e ad agire, se si insegnano loro poche cose fondamentali da fare.
È questa l'idea che sottende il nostro lavoro di divulgazione presso le scuole e i centri giovanili.
Il progetto, “Salvare una vita è una cosa da ragazzi”, realizzato col patrocinio dell'UCEI e grazie anche al sostegno dell'Associazione medica ebraica, specificamente formulato per gli studenti di tutti gli ordini dalla primaria alla secondaria, e declinato con complessità crescente a seconda dell'età dei partecipanti, ha avuto come ultima tappa Firenze.
Nella giornata del 18 giugno, presso la Comunità Ebraica della città, si è svolto il corso di primo soccorso rivolto ai bambini del Summer camp del Talmud Torà in collaborazione con il Comitato di Firenze di Croce Rossa Italiana. È stato svolto in due sessioni, la prima per i bambini dai 6 ai 10 anni, la seconda per i ragazzini dagli 11 ai 14.
Obiettivi del corso sono stati l’ABC del Primo Soccorso, l’attivazione del Servizio sanitario di emergenza con la chiamata al 112, le emergenze respiratorie e circolatorie, le lesioni della cute e i piccoli incidenti domestici di cui i bambini hanno normalmente esperienza.
I bambini hanno accolto l’iniziativa con sincero entusiasmo e c’è stata grande partecipazione, con domande e interventi. È stato spiegato cosa si intende per primo soccorso e come riconoscere un’emergenza per poter chiamare il 112 solo in caso di reale necessità. Frequenti sono infatti state le domande se il naso che sanguina o una abrasione sono un motivo sufficiente per chiamare un'ambulanza. La formatrice ha quindi posto l'accento sullo stato di incoscienza di una persona, che si verifica quando qualcuno non risponde se sollecitato o non respira.
Se ci si trova in un caso simile, la prima cosa da fare è gridare ed attirare vicino altre persone in modo che ci aiutino. Secondo passo è analizzare la sicurezza della scena. È stato ben spiegato che ci si deve assicurare che non ci siano pericoli nell’avvicinarci alla persona che dobbiamo soccorrere, e che se necessario è possibile spostarla per metterla in sicurezza.
Terzo passo, chiamare il 112 e spiegare cosa succede e dove siamo, seguendo poi le istruzioni dell'operatore.
Ai bambini e ragazzi è stato inoltre insegnato come praticare il massaggio cardio-respiratorio, da iniziare subito per permettere agli organi di mantenere l'irroramento sanguigno, e anche se si teme di far male, perché si deve assolutamente impedire la necrosi dei tessuti, le cui conseguenze sono ben più gravi di una costola incrinata.
Per riprendere le parole della Dott.ssa Barbara Paladini, che ringraziamo molto, "tutti, anche i bambini, possono essere il primo anello della catena della sopravvivenza. Se viene a mancare un anello, non è più una catena, solo due pezzi separati. Affinché una persona possa sopravvivere in caso di emergenza, è necessario che ci siano tutte le fasi della catena: la chiamata ai soccorsi, la valutazione della coscienza e le manovre di rianimazione.
Il corso ha segnato una tappa importante nel bagaglio civico di questi e molti altri studenti. Semplici nozioni fanno la differenza nella vita reale e sapere cosa fare è un dovere civico e il primo passo nell'apprezzamento della vita come valore fondante in una società che possa dirsi civile.
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