Salvare una vita è una cosa da ragazzi: il primo soccorso alla scuola ebraica
Aggiornamento: 18 gen 2022
Circa trenta ragazzi, bravissimi e motivati, alcuni dei quali potrebbero continuare l’attività di soccorritori, trenta allievi della Scuola Ebraica di Milano che in queste settimane stanno imparando una materia che riguarda non solo il loro futuro professionale, ma quello di tutti: come salvare una vita in caso di emergenza. Il progetto è stato creato per l’istituto di via Sally Mayer da Amici di Magen David Adom Italia ETS, insieme all’Associazione medica ebraica (AME) di Milano, avvalendosi della collaborazione di Croce Rossa Italia – Comitato di Milano, e rivolto principalmente ai ragazzi dai 11 ai 18 anni.
Il titolo è, appunto, “Salvare una vita è una cosa da ragazzi” e si concretizza in corsi di primo soccorso appositamente pensati per gli adolescenti in età scolastica, tanto che alle nozioni base si sono aggiunti dei focus speciali: per esempio su come trattare una frattura con gli oggetti che possono trovarsi sottomano, cosa fare in incidenti condizionati da alcool, droghe o l’esatto comportamento di fronte a traumi incorsi a persone che indossano il casco. Due i corsi attivati tenuti da Barbara Brasca, formatrice di CRI Milano, ciascuno di 12 ore ripartite in quattro lezioni di tre ore tutti i mercoledì. Il primo a partire è stato quello per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado, il 6 ottobre, a cui si è aggiunto quello dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado (ma aperto anche agli ex allievi dell’Istituto) che si concluderà il 17 novembre. Un periodo che ha finito per coincidere anche con la “Settimana Viva” (11 – 17 ottobre) la settimana dedicata alla sensibilizzazione sulla Rianimazione Cardiopolmonare, dando ancora più valore agli argomenti toccati.
“Siamo stati molto colpiti dall’interesse dimostrato dai ragazzi – racconta Silvia Voghera, Coordinatrice nazionale di Amici di Magen David Adom Italia ETS – si sono dimostrati preparati, hanno voluto informarsi, alcuni di loro hanno espresso il desiderio di diventare anche soccorritori in CRI. Con queste premesse ci auspichiamo che i corsi possano diventare anche parte integrante del programma scolastico”.
Intanto i 30 giovani soccorritori riceveranno presto l’attestato di partecipazione in una piccola cerimonia di consegna.
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